Scrittori e autori della Letteratura Siciliana: una breve storia
Introduzione
La letteratura siciliana è una delle più ricche e interessanti d’Italia, caratterizzata da uno stile vibrante e coinvolgente che riflette la cultura, la storia e le tradizioni di questa splendida isola del Mediterraneo. Gli scrittori siciliani hanno saputo catturare l’attenzione di lettori di tutto il mondo con le loro opere, che spesso affrontano temi universali come l’amore, la morte, la politica e la società.
La storia letteraria della Sicilia risale a oltre mille anni fa, quando il poeta Abu l-Qasim al-Shabbi scrisse la prima poesia in lingua araba nella città di Palermo. Nel corso dei secoli, la letteratura siciliana si è evoluta e ha subito l’influenza di diverse culture, come quella greca, romana, araba e normanna.
Tra i più grandi scrittori siciliani del passato, ricordiamo Luigi Pirandello, il cui romanzo “Il fu Mattia Pascal” è considerato uno dei capolavori della letteratura italiana del XX secolo. Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un altro autore di spicco, noto soprattutto per il suo romanzo postumo “Il Gattopardo”, che racconta la decadenza dell’aristocrazia siciliana durante l’unificazione italiana. Leonardo Sciascia, invece, ha descritto la Sicilia contemporanea attraverso le sue opere, spesso focalizzate sulla criminalità organizzata.
Gli scrittori siciliani contemporanei continuano questa tradizione letteraria, fornendo una rappresentazione autentica e spesso sorprendente della Sicilia contemporanea. Uno dei più noti è Andrea Camilleri, autore della famosa serie di romanzi polizieschi ambientati nella città immaginaria di Vigata, ispirata ad Agrigento. Marco Buticchi è un altro scrittore siciliano, noto soprattutto per i suoi romanzi storici che raccontano avventure e misteri ambientati in tutto il mondo, tra cui la Sicilia. Infine, Simonetta Agnello Hornby, figlia di un giudice antimafia, ha scritto diversi romanzi che esplorano il mondo complesso e spesso difficile della mafia siciliana.
In questo articolo, esploreremo la letteratura siciliana e gli scrittori che hanno contribuito alla sua ricchezza e alla sua fama. Analizzeremo il loro stile, i loro temi e il loro impatto sulla letteratura italiana e mondiale. Attraverso la lettura di questo articolo, speriamo che tu possa apprezzare meglio la bellezza e la complessità della letteratura siciliana e scoprire nuovi autori da leggere e apprezzare.
Le origini della letteratura siciliana
La cultura di massa e la Scuola siciliana sono due momenti distinti della storia della letteratura siciliana. La figura di Giufà rappresenta un esempio della letteratura popolare siciliana, diffusa attraverso i racconti orali tramandati di generazione in generazione. La Scuola siciliana, invece, è stata un movimento letterario che ha avuto origine nel XIII secolo presso la corte di Federico II e si è sviluppato ulteriormente sotto il regno del figlio Manfredi. Questo gruppo di funzionari statali ha coltivato la poesia in siciliano, seguendo temi prettamente amorosi e riprendendo le liriche dei poeti provenzali. Tra i poeti più famosi della Scuola siciliana ci sono Giacomo da Lentini e Cielo d’Alcamo.
I primi due testi interamente in siciliano sono conservati in un antico manoscritto francese, custodito alla Biblioteca nazionale di Parigi, e sono state studiate da Antonino Pagliaro. Tutte le altre poesie della Scuola siciliana sono state tradotte in fiorentino dai copisti toscani e conservate in alcuni manoscritti, tra cui il Vaticano Latino 3793 e il Laurenziano Rediano 9. La recente scoperta di quattro poesie della Scuola siciliana nella biblioteca “Angelo Mai” di Bergamo ha apportato un “cambiamento di prospettiva”. I testi di Ruggierone da Palermo, Paganino da Serzana, Giacomo da Lentini, e Percivalle Doria sono antecedenti alla compilazione dei canzonieri vaticani e mostrano una versione linguistica più aderente all’originale.
Dante Alighieri, nel dodicesimo capitolo del primo libro del trattato del De vulgari eloquentia, ricorda il volgare siciliano come uno tra i più illustri volgari italiani del suo periodo. Questo dimostra che la lingua italiana ha avuto origine proprio dall’iniziativa “rivoluzionaria” dei poeti siciliani, in contrapposizione al latino ecclesiastico e alla conseguente reazione della Chiesa, riflessa nell’emblematica collocazione di Federico II e Pier della Vigna nei gironi infernali della Divina Commedia.
Il Trecento
Dopo la scuola siciliana, il mondo culturale in Sicilia subì un periodo di stallo, senza alcun aiuto da parte dei governanti: gli Angioini non mostravano lo stesso interesse per l’isola e la cultura, quindi non veniva promossa. Nel XIV secolo, la produzione letteraria si concentrò principalmente sui testi devozionali, tra cui spicca la traduzione del Vangelo secondo Matteo.
In questo secolo furono composti diversi testi letterari, tra cui le traduzioni dal latino di Johanni Campulu (i dialoghi di San Gregorio), Accurso di Cremona (un libro dello storico Valerio Massimo) e Angelo di Capua (l’Eneide).
La traduzione degli exempla del Factorum et dictorum memorabilium libri IX di Valerio Massimo, realizzata intorno al 1320, fu dedicata a Pietro II di Sicilia. Si tratta di una delle poche opere medievali a possedere un proemio. L’autore, un maestro delle arti proveniente da Cremona e facente parte della corte siciliana, si chiamava Libru di Valeriu Maximu, translatatu in vulgar messinisi per Accursu di Cremona. Per quanto riguarda l’Eneide, Angelo di Capua si ispirò ad una traduzione toscana per trasporre in volgare l’opera di Virgilio. L’edizione moderna è curata da Gianfranco Folena.
La produzione di trattati scientifici è invece rappresentata da otto testi, tra cui il Thesaurus pauperum di Arnaldo da Villanova e l’Antidotarium Nicolari.
Il Quattrocento
La letteratura siciliana vive una ripresa grazie all’opera di Francesco Petrarca, che con il suo Canzoniere esercita una grande influenza sulla produzione letteraria dell’isola, dando vita ad un movimento noto come petrarchismo dialettale. Tra i primi esponenti di questo stile letterario si annoverano Vilardo Di Rocco, Matteo Torello e Rocco Corbera.
Nel 1477 viene pubblicato un ricettario attribuito a Luca di Silo, che raccoglie un gran numero di testi antichi sui più svariati argomenti, con l’aggiunta di formule quasi magiche. Si tratta di un patrimonio della sapienza antica, più che della cultura popolare, e il testo è destinato principalmente ai dottori.